L’endodonzia a Napoli è la scienza medica, nell’ambito dell’odontoiatria, che si occupa della terapia dell’endodonto, cioè della parte interna del dente, chiamata polpa.
Obiettivo dell’endodonzia è di mantenere, quando possibile, la vitalità della polpa con metodi destinati a stimolare la riparazione della parte danneggiata dalle infezioni.
Se trascurate, le infezioni possono progredire fino a provocare necrosi della polpa stessa e favorire l’insorgere di patologie radicolari e parodontali (legamento osso-gengiva).
Nel caso di danno esteso o di morte della polpa, è necessario procedere alla rimozione del tessuto pulpare infiammato o necrotico.
Con un trattamento di endodonzia a Napoli possono essere recuperati anche elementi dentali che presentano lesioni granulomatose o cistiche a livello della radice.
L’anatomia del dente
I denti sono tenuti in posizione stabile all’interno dell’osso mandibolare per mezzo delle radici che in esso si inseriscono e si fissano. I denti anteriori, vale a dire gli incisivi e i canini, hanno un’unica radice, mentre quelli posteriori, i molari e i premolari, possono avere una o più radici: è proprio la punta di ogni radice che prende il nome di apice del dente.
L’apice è la porzione della radice attraverso la quale vasi sanguigni e nervosi irrorano e innervano il dente, apportando sangue e sensibilità e passando attraverso il canale radicale, fino alla camera pulpare. All’interno della camera pulpare alloggia la polpa, porzione vitale del dente, che è coperta e protetta da tutti gli insulti fisici e chimici esterni grazie alla corona dentale.
Oltre all’apporto vascolare, la polpa provvede a diffondere le sostanze nutritive alla dentina, inoltre, essendo fortemente recettiva a sbalzi di temperatura, traumi e variazioni di pressione, la polpa conferisce sensibilità al dente attraverso i fasci nervosi racchiusi al suo interno. Il mal di denti e l’ipersensibilità dentinale sono i due principali disturbi provocati da un’infiammazione dei tessuti pulpari.
Quando un dente è particolarmente danneggiato, al punto tale da esporre la polpa e creare un dolore incontenibile e una sensibilità eccessivamente accentuata, il dentista può consigliare il trattamento di endodonzia a Napoli.
Le malattie della polpa dentaria
Un forte trauma, una grave scheggiatura dentale o un’infezione al dente possono compromettere gravemente funzioni e struttura dell’elemento dentale, provocando un dolore molto intenso e dando avvio a una serie di disturbi tali da danneggiare irreversibilmente il dente. L’infezione della polpa è causata quasi sempre dai batteri che sono presenti nella bocca, ma che normalmente non riescono a raggiungerla, perchè lo smalto è impermeabile ai batteri.
Ma se lo smalto è lesionato, questi la raggiungono causandone l’infiammazione e poi la morte (necrosi della polpa). Una volta che la polpa è morta, i batteri attraversano l’apice della radice e riescono a raggiungere l’osso, provocando un’infezione (ascesso).
La pulpite è la generica infiammazione dei tessuti pulpari, tipica conseguenza di una carie non adeguatamente curata. Non può essere trattata mediante semplice otturazione dentale, è necessaria la devitalizzazione. Solo nei casi estremamente gravi, è richiesta l’estrazione del dente.
L’ascesso è un accumulo di batteri, globuli bianchi, plasma e pus nei tessuti che circondano il dente. Quando l’ascesso coinvolge la polpa dentale, il paziente percepisce un mal di denti lancinante e difficilmente placabile mediante i classici farmaci analgesici.
Se diagnosticato per tempo, prima che l’infezione si spinga nella polpa o nell’alveolo, l’ascesso può essere trattato con una cura antibiotica o con il drenaggio del materiale purulento accumulatosi al suo interno. La cisti dentaria di tipo radicolare è la tipica complicanza della necrosi della polpa dentale, a sua volta indotta da traumi, carie profonde o pulpiti.
L’apicectomia costituisce il trattamento di prima scelta per curarla. Il granuloma dentale è un’ infiammazione cronica, generalmente asintomatica, dell’apice radicale e dei tessuti vicini. Quando non trattato per tempo mediante devitalizzazione od apicectomia, il granuloma dentale può sconfinare nella polpa dentale, causando pulpiti e necrosi della polpa dentale.
La devitalizzazione o terapia canalare
Questo trattamento è necessario quando, in presenza di lesioni traumatiche o di una lesione da carie penetrante (o profonda), il tessuto pulpare si infiamma con conseguente contaminazione batterica (pulpite). La terapia canalare prevede l’asportazione del tessuto pulpare infiammato o necrotizzato del dente, sia a livello della corona sia a livello della radice, allo scopo di eliminare l’infezione spesso dolorosa per il paziente e garantire la conservazione dell’elemento dentale stesso.
Questa procedura è comunemente definita devitalizzazione, in quanto priva il dente delle terminazioni nervose e vascolari che lo rendono vitale e sensibile. Il processo di devitalizzazione prevede alcune fasi essenziali: lo svuotamento della corona e dei canali radicolari del dente attraverso l’asportazione del tessuto pulpare necrotico e la sagomatura dei canali radicolari per renderli adatti a ricevere il materiale di otturazione.
La detersione e sterilizzazione canalare per evitare il diffondersi di batteri e tossine. Il riempimento permanente dei canali per mezzo del materiale di otturazione canalare e il controllo radiografico del risultato. In questo modo è come se il dente fosse morto, non più vitale ma ancora perfettamente funzionale, per cui vengono meno i disturbi legati alla sua sensibilità e al dolore, mentre resta intatta la sua funzione di base.
Talvolta, la terapia canalare è necessaria su un dente sano a causa di riabilitazioni protesiche particolari che richiedono l’utilizzo di un elemento dentale come pilastro, o per un’eccessiva sensibilità agli stimoli termici (dolore al caldo e al freddo).
La prevenzione dopo gli interventi di endodonzia a Napoli
Dopo una seduta di cura canalare possono comparire sensibilità e leggero gonfiore, normalmente risolvibili con farmaci analgesici. È importante non masticare cibi sul dente trattato fino alla sua completa riabilitazione. Un dente trattato con la cura canalare, se particolarmente indebolito dalla carie che ha reso necessaria la devitalizzazione, può risultare più fragile e richiede di essere ricoperto con una corona per evitare fratture.
Talvolta, per qualche settimana dopo che la cura canalare è stata terminata, possono perdurare sensibilità alla percussione o alla masticazione. Se i sintomi persistono più a lungo, può essere necessaria la verifica di eventuali complicazioni.
Anche se il trattamento di cura canalare ha una percentuale di successo molto alta, vi sono casi in cui compaiono infezioni dopo la cura che richiedono ulteriori trattamenti o, addirittura l’estrazione del dente.
Infatti anche i denti trattati possono essere affetti nuovamente da una carie con la differenza che, essendo devitalizzati, non si percepisce più dolore e se non si fa attenzione ci si accorge dell’infezione solo quando questa è in stato avanzato.
Dopo che la terapia di endodonzia a Napoli è stata completata, controlli periodici (normalmente ogni sei mesi) sono fondamentali per la salute del dente sottoposto a cura canalare. Controlli regolari associati ad una scrupolosa igiene orale, oltre a mantenere sani i denti e gengive permettono al dente curato di durare a lungo.
L’otturazione retrograda
Si esegue in caso di lesioni ascessuali o granulomatose che la terapia endonontica da sola non è riuscita a guarire o nel caso in cui la corretta terapia ortograda non possa essere eseguita per la presenza di precedenti restauri protesici e/o perni endocanalari. Il granuloma è una patologia frequentemente collegata all’infiammazione pulpare e che può evolvere in ascesso.
Si tratta di una lesione provocata dalla propagazione dell’infezione al di là dell’estremità della radice del dente (apice radicolare) con conseguente coinvolgimento dei tessuti e dell’osso circostanti.
Quando il tentativo di risoluzione del problema con una seconda terapia canalare potrebbe arrecare ulteriori danni piuttosto che risolvere l’infezione, si deve ricorrere all’asportazione della punta della radice (apicectomia) e del tessuto infetto per via chirurgica.
Se non è possibile eseguirla, la terapia alternativa resta quella dell’estrazione del dente e della sua radice, con sostituzione dell’elemento mancante tramite protesi, ponte o impianto dentale.