La disodontiasi è un disturbo dovuto alla difficoltà di eruzione dei denti che, generalmente, è associato a dolore continuo e mal di denti. Nella maggior parte dei casi, è provocata da una mancanza di spazio sull’arcata dentale e può portare a complicazioni da non sottovalutare.
Cos’è la disodontiasi
La disodontiasi mesiale è una condizione che interessa i denti e che è caratterizzata dalla difficoltà di eruzione di questi ultimi, provocando una sintomatologia abbastanza fastidiosa. In linea generale, tale condizione si associa a un dolore continuo alle arcate dentali, durante lo sviluppo della mascella e della mandibola. Tale manifestazione deriva dall’infiammazione dei tessuti, che si trovano proprio attorno ai denti. La disodontiasi può verificarsi sia negli adulti che nei bambini. Più frequentemente, colpisce il dente del giudizio, ma anche il terzo molare e il canino, così come i denti da latte.
I sintomi
La sintomatologia di questa condizione può includere alcuni dei seguenti casi:
- mal di denti e dolore continuo e sordo alle arcate dentali;
- infezioni, come la gengivite;
- ascesso gengivale o fistole;
- trisma, ovvero la contrattura spastica dei muscoli della mandibola;
- febbre;
- carie;
- mal di testa;
- problemi di deglutizione;
- difficoltà ad aprire e a chiudere la bocca.
Possono manifestarsi delle complicanze infettive: si può andare da una semplice gengivite ad ascessi o dolori durante la masticazione. Queste ultime condizioni sono dovute alla proliferazione dei germi, che provocano infezioni dei tessuti e forti dolori mascellari, oltre alla difficoltà di apertura e chiusura della bocca.
Le cause
Nella maggior parte dei casi, la disodontiasi è provocata da un orientamento errato del dente in questione. Le possibili cause di questa condizione sono:
- orientamento errato del dente;
- insufficienza di spazio sull’arcata dentale;
- malocclusione dentale;
- alterazioni dello sviluppo della mandibola e della mascella.
Generalmente, ciò può accadere con i denti del giudizio – conosciuti anche come molari del giudizio o terzi molari – e con i canini. Nello specifico, l’eruzione dei terzi molari avviene quasi sempre in modo anomalo, a causa dello spazio insufficiente a disposizione nell’arcata dentale. In alcuni casi, i denti possono trovare la loro strada ma, a causa della posizione, possono risultare difficili da pulire e, dunque, è possibile che si verifichino dolori e carie.
La diagnosi
Alla comparsa dei segni e della sintomatologia della disodontiasi, è consigliabile contattare il tuo dentista che – dopo una serie di analisi ed esami – potrà stabilire la diagnosi e la terapia più adatta al caso specifico.
Oltre alla visita medica e allo studio dei sintomi, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test. L’immagine radiografica ortopanoramica (OPT) o un esame radiologico più approfondito come il CBCT (TAC CONE BEAM), ad esempio, consentono di valutare la posizione del dente. Tali esami possono servire a pianificare al meglio la soluzione ideale, per cercare di ridurre al minimo il rischio di lesioni a strutture del dente estremamente delicate.
La cura
Generalmente, l’odontoiatra può decidere di procedere con un intervento chirurgico in anestesia locale e l’estrazione del dente del giudizio in questione o l’asportazione chirurgica dei tessuti che coprono o circondano la corona.
Prima di procedere con operazioni del genere e dopo queste ultime, vengono prescritti antibiotici e alcuni farmaci analgesici. È, inoltre, consigliabile evitare di consumare cibi duri e caldi nelle prime 36 ore dopo l’operazione. Ad una settimana dall’intervento, dovrà essere eseguito un controllo per la rimozione dei punti.
La prognosi
Infine, la prognosi dipenderà da alcuni fattori: dalla gravità della condizione, dalla tempestività di intervento e dalla causa scatenante, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente. In linea generale, si tratta di una condizione risolvibile, se trattata adeguatamente, ma potrebbe sorgere qualche disturbo durante il decorso post-operatorio. Non è, infatti, raro che si presentino dolore, gonfiore, sanguinamento e malessere fino alla completa guarigione, che generalmente avviene circa un mese dopo l’intervento.
Fonte: tantasalute.it
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